sabato 4 luglio 2009

Riunito il Direttivo Regionale... ed è subito sera.


Dal confronto, in quel di Montecatini, tra Segretari Provinciali (o almeno parte di essi) e Direttivo Regionale è emerso che la gran parte delle federazioni provinciali toscane propende per un tentativo di riaggancio al Pidielle escludendo quindi l'alernativa rappresentata da una riunione della cosidetta "area" caldeggiata dal Presidente Teodoro Buontempo.
A sostegno della loro tesi, i 'pro-pdl':
  • esibiscono i modestissimi risultati elettorali ottenuti a Firenze e Livorno, cioè dove alle amministrative si è tentata la via dell' unità d'area,
  • ricordano come La Destra sia nata col compito di 'sostituire' una Alleanza Nazionale destinata a scomparire a breve nella palude pidiellina,
  • ribadiscono che, stante l'attuale regime di duo/monopolio degli organi d'informazione (e in particolare delle televisioni), restare fuori dal sistema bipolare equivale ad un suicidio in termini di visibilità mediatica e quindi, in ultima analisi anche politica.
Ora, tali considerazioni sono tutt'altro che infondate e tuttavia si scontrano, a mio parere, con atrettante considerazioni cui purtroppo attribuisco una maggior rilevanza, e cioè:
  • nessuno ha mai pensato che la ricerca di una strada da percorrere insieme alle altre forze alternative di destra debba portare a risultati positivi sotto il profilo elettorale nel breve periodo,
  • il ruolo di forza 'di destra di supporto' (e in concorrenza) alla coalizione di centrodestra è di fatto già assegnato alla Lega, né si vede per quale stravagante motivo il vertice pidiellino vorrebbe dotarsi di un nuovo 'concorrente interno'... tanto più ora che la estrema debolezza delLa Destra si è palesata,
  • nulla lascia presumere che alLa Destra, una volta confluita nel pentolone pidiellino, venga concessa qualche visibilità, e comunque quand'anche ciò avvenisse essa si troverebbe soggetta (trattandosi di 'benevola concessione' se non di elemosina) a ricatti e pressioni che finirebbero per dare il colpo di grazia ad un'immagine di dignità e coerenza politica già seriamente compromessa dall'ennesimo dietrofront.
In 'compenso' avremmo diritto:
  • ai giustificati sberleffi dei seguaci della Santanché, additati finora - e a volte frettolosamente - come 'traditori' e 'cacciatori di poltroncine', mentre in realtà non sarebbero altro che dei precursori del 'nuovo corso' de La Destra,
  • al giustificato disprezzo delle altre forze politiche di destra identitaria che strizzando l'occhio ai nostri militanti delusi ridacchierebbero : "Visto? Cosa vi avevamo detto?"
  • all'invidiabile prospettiva di sostenere un governo fanfarone, indecoroso e talvolta grottesco, e ciò proprio mentre lo Tsunami della vera crisi economica si accinge ad investire le nostre coste...
Come ciliegina sulla torta potremmo (dovremmo?) presentarci quali affidabili sostenitori del libero mercato e di quella libera circolazione di capitali, merci e persone che sta distruggendo di fatto l'economia della piccola impresa nazionale e con essa il benessere delle famiglie. Insomma potremmo ambire a diventare una pallida imitazione della vecchia Aenne (nel peggiore dei casi) o della Lega (nel caso migliore). Senza peraltro alcuna garanzia di aver risultati elettorali paragonabili a quelli dei 'modelli ispiratori'.
Vero è che la strada alternativa, quella di una ritrovata unità d'intenti e di strategie con le altre forze della 'destra' italiana è sicuramente impervia, desolata e assolutamente inadatta a chi sogna l'oasi fin dal primo passo mosso nel deserto.
Per come la vedo io, e stante la già più volte menzionata (in questo ed altri 'posts') carenza di mezzi, di persone, di risorse, presumo si debba fare come gli spacciatori di stupefacenti... appostarci fuori dalle scuole e spacciare ai ragazzini dosi gratuite e via via crescenti della 'nostra droga': l'amore per l'Italia, per la sua gente, la sua storia e la sua cultura. Sotto forma di volantini, di giornalini, di vignette e fumetti. Dosi inizialmente 'tagliate' con sostanze inoffensive e anonime, che sò... grafica, musica, giochi, letteratura 'd'evasione', rievocazioni storiche. Basta che in ognuno di questi 'cocktails' sia presente quel zinzino di 'veleno', quel niente che da' dipendenza, che ti impone di chiederne: "ancora!"
Insomma ripartire da zero, e costruendo dal nulla una nuova leva ricostituire la "casa dei padri", "l'ultima casa accogliente": la comunità militante .
D'altronde meglio essere chiari: se tale intento non riesce come potremo sperare un domani di 'fare blocco' contro la triplice invasione: quella culturale (o anticulturale), quella economica/merceologica e quella effetiva ad opera dei migranti ? Come potremo pensare di risuscitare negli Italiani il senso d'identità e di comunità se non saremo in grado di farci comunità noi stessi?
Qualcuno potrà storcere il naso, inorridire all'idea di un movimento che 'tende a farsi associazione culturale', di un 'casapoundismo' spurio e straccione (visto che in realtà buona parte di quell'interessante fenomeno legato ai centri sociali di 'destra' è saldamente in pugno a marpioni pidiellini)... fatto sta che dobbiamo prendere atto che la 'vecchia band' è stata sbriciolata, disgregata ed atomizzata da Pierfranco Fini & Co. Inutile cercare tra i cocci e le schegge... partiamo da quel poco che ha ancora un minimo di forma e creiamo. Daccapo.