giovedì 30 ottobre 2008

SCUOLA: BUONTEMPO: NO A LOGICA OPPOSTI ESTREMISMI

SCUOLA: BUONTEMPO (LA DESTRA), NO A LOGICA OPPOSTI ESTREMISMI = STRONCARE DISEGNI TESI A DELEGITTIMARE PROTESTA Roma, (Adnkronos) -
«Il movimento studentesco non è gradito dal sistema dei partiti, viene rifiutato dal governo, viene guardato con preoccupazione dai leader della sinistra conservatrice reazionaria e pertanto si farà di tutto per frantumare la unità degli studenti». Lo dichiara Teodoro Buontempo, presidente de La Destra. «Gli incidenti di oggi a piazza Navona -sottolinea- potrebbero rappresentare l’inizio di uno scontro tra studenti che porterebbe al risultato di far criminalizzare la protesta e di far tornare di attualità gli scontri tra ‘opposti estremismì, come li definirebbe una ‘velinà di regime». «I giovani, invece -continua Buontempo- devono rifiutare questa logica, che in passato ha prodotto pagine luttuose e una violenza utile solo al sistema di potere. I leader del movimento studentesco siano essi di destra o di sinistra devono essere consapevoli che la loro divisione porterebbe ad escludere i giovani da una legittima lotta per migliorare il proprio futuro, con la conseguenza di essere ricacciati negli angoli della partitocrazia da dove potrebbero solo obbedire o avere repulsione della politica». «Sugli incidenti di oggi -conclude Buontempo- la magistratura deve con tempestività accertare la verità e responsabilità, in modo da stroncare da subito, prima che si dia inizio ad una interminabile spirale di violenza, eventuali perversi disegni tendenti a delegittimare ogni tipo di protesta giovanile».


Come da copione...
...e come c'era da aspettarsi c'è chi ha interesse a creare ed alimentare tensioni tra gli studenti che protestano, per poi atteggiarsi a "salvatore della patria e delle libere istituzioni".
Ragazzi, state attenti... gli infiltrati, i provocatori, gli agenti in borghese che aizzano... tutto questo si è già visto. E non è stato bello...

mercoledì 29 ottobre 2008

29 ottobre 1975: le Brigate Rosse uccidono Mario Zicchieri


Mamma Zicchieri: La mia ricetta sugli Anni di Piombo

— luca @ 3:19 pm

Per trent’anni tutti si erano dimenticati di suo figlio, e di lei, Maria Lidia Zicchieri, madre di Mario, assassinato a colpi di fucile a pompa, il 29 ottobre del 1975, davanti alla sezione Msi di via Gattamelata a Roma. Mario aveva solo 16 anni. Oggi, mentre An torna parlare (oltre che delle altre) anche dell’odissea vissuta dalla sua famiglia, Maria Lidia è tempestata da richieste di intervista: giornali, radio, programma tv. Lei, - romana, passionale, piena di grinta finora ha accettato solo due inviti: a Omnibus su La Sette e al Tg2: “Per tenere viva la memoria di Mario”, spiega. Oggi però sente il bisogno di parlare ancora, per dire di più. Perché crede che si possa uscire dalla spirale perversa tra “amnesia o vendetta”. E per lanciare un appello durissimo (ma sorprendente) all’ex br che secondo lei “o è responsabile dell’omicidio, o sa chi ha sparato”: Valerio Morucci. A lui si rivolge per dire: “Oggi può parlare, deve parlare: Non voglio vendette, per anni ho odiato lui e i suoi compagni per ciò che avevano fatto a mio figlio e a Marco, che era con lui. Se oggi Morucci dice la verità, con coraggio, prometto: mi metto davanti ai tribunali perché gli diano il minimo della pena”.

Signora Maria Lidia, che significa questo appello?

“Dopo trent’anni questo paese può farsi carico dei suoi morti, fare verità: non per me, o per le altre madri di destra e di sinistra rimaste senza giustizia. Per tutti quanti, anche per chi non c’era: il dolore del lutto avvelena le madri, ma anche la società. Per spiegarmi devo raccontare qualcosa di molto privato e doloroso che mi riguarda”.

Prego.

“Quando è morto Mario non aveva nemmeno una foto, di come era. Mario sfuggiva agli obiettivi come alla peste, non voleva farsi fotografare. Di lui avevo solo due immagini: una ancora bambino, foto di classe. La seconda, più recente, della sua carta di identità. Ma quella non potevo toccarla, nemmeno con un dito”.

Perché?

“Mario era morto dissanguato. Il documento lo portava nella tasca posteriore, quando un tappezziere generoso gli corse addosso cercando di fermare l’emorragia con la carta di giornale… Non ci riuscì, lui ripeteva: ‘Non ditelo a mia madre….’ Povero Mario”.

Che storia ha quella carta di identità?

“Rimase all’ospedale e poi Andai a ritirarla, insieme agli effetti personali. Quando la vidi la prima volta svenni, era ancora umida di sangue, sopra. La portai a casa e la chiusi in un cassetto”.

E poi?

“La tirarono fuori quando il Msi fece costruire la tomba, per riprodurla sulla lapide. Non potevo nemmeno guardarla, ma li pregai con tutto il cuore che non la perdessero”.

E non andò persa.

“La ricevetti indietro avvolta in un foglietto di carta in cui Donato La Morte, braccio destro di Almirante, aveva scritto di suo pugno: “Attenzione, restituire alla madre”.

Lo stesso La Morte che ora è braccio destro anche di Fini?

“Proprio lui. Se sapesse! Quel foglietto con il suo appunto mi ha fatto compagnia per trent’anni: prendevo il pacchetto, lo sfioravo, e non riuscivo ad aprirlo. Poi, col passare del tempo il ricordo del volto di Mario che si indeboliva nella mia memoria, andavo a prendere la patente, e ogni volta non riuscivo a togliere quell’incarto: una fitta di dolore fisico insostenibile, crollavo”.

Perché mi racconta ora questa storia proprio oggi, signora?

“Perché solo ora la posso toccare. Sa perché?”.

C’entra che i sospettati del delitto non vennero condannati mai?

“Assolutamente sì. Sulla morte di Mario scrissero le cose più assurde, compresa la fesseria della faida interna, finochè nel 1982 non parlò una pentita - Emilia Libera – disse: il delitto fu commesso da un commando di futuri brigatisti. Un battesimo del fuoco per farsi accettare in società. I tre responsabili del gruppo di fuoco? Vennero identificati. Le rivelazioni? confermate da altri pentiti. Uno di loro, Walter Di Cera, raccontò: ‘Fu Seghetti, durante un addestramento in Abruzzo a dirmi che ad uccidere Zicchieri erano stati lui, Pecos e Germano Maccari’. Pecos era il nomignolo d’arte, se così posso dire di Valerio Morucci”.

Come andò il processo?

“Nel modo più infame. Lo Stato di allora ci trattò come cani. Eravamo pesci piccoli: la figlia di Moro aveva perdonato i sequestratori del padre…. Mario era un ragazzetto di periferia, un morto di serie B, non potevamo fermare l’ingranaggio”.

La prima sentenza?

“Assoluzione, per insufficienza di prove. La difesa, noi, fummo prevaricati con ogni mezzo. Gli avvocati Bartolo Gallitto e Stefano Giorgio addirittura irrisi dai giudici. Si trascurò persino la testimonianza dell’aviatore che aveva rincorso e identificato Morucci e Maccari!”.

Perché signora?

“Quei brigatisti servivano a ricostruire l’unica verità che interessava lo Stato: il caso Moro. Noi eravamo, si dice a Roma, d’impiccio”.

C’era l’appello….

“Arrivarono a dichiarare il ricorso inammissibile, inventandosi uno sciopero. L’ha scritto su Il Messaggero una giornalista non certo di destra, la Sarzanini. Ecco, questo dolore l’ho portato dentro peggio di una ferita. Le mie figlie cacciate da scuola, mio marito che entrava e usciva dalle cliniche, la giustizia per noi non c’era. Sa quando l’ho toccata, poi, quella foto?”.

Me lo dica lei...

“L’anno scorso, scopro per caso che Morucci, sarebbe stato ospite in una trasmissione su Sky. Chiedo di telefonare, ci riesco. Lui non se l’aspetta: sul video sembra interdetto, quasi seccato”.

Che impressione aveva di lui?

“Lo avevo imparato a conoscere nei processi: freddo, controllato, emozioni zero. Quel giorno, su Sky, cade dalle nuvole. Io scoppio: ‘Perché ha ucciso un ragazzo che si affacciava alla vita?’”.

Quasi una fucilata, per lui.

“Sì, ma quello che mi colpisce è che Morucci non si scompone. Dice addirittura: ‘Non ricordo…’. Lei crede che se la accusassero di un omicidio per cui ha subito due processi potrebbe dire non ricordo? Io no”.

Si è sentita male?

“Anzi: ero felice, liberata. La giustizia non ci aveva rispettato, ma io ero riuscita a fare quel che dovevo… quel dovevo…. Al mio Mario”.

Lo ha fatto.

“Oh, sì! E ora chiudo la storia del documento: dopo quel giorno ho potuto riprenderlo in mano. Ora posso anche mostrarvelo, non mi fa più male”.

Ma allora perché ora vuole che Morucci parli ancora?

“Perché tutti hanno il dovere di dire quel che sanno, su tutti i morti di quegli anni: di destra, di sinistra, tutti. Un anno fa il signor Lucci, delle Iene, mi fa l’intervista doppia con la madre di Fausto Tinelli, un ragazzo del Leoncavallo ucciso a Milano. All’inizio ero scettica… E poi sono stata felice di aver accettato: era una mamma come me, non ci eravamo mai incontrate, ma dicevamo le stesse cose, rifiutavamo vendetta e odio”.

Qualcuno dice: non si devono riaprire le vecchie ferite, bisogna lasciare i morti in pace dove sono.

“E invece no, va fatto per noi, per Valerio Verbano, ragazzo di sinistra ucciso davanti ai suoi genitori! Per la famiglia Cecchin, che ha subito l’infamia di un omicidio, quello di Francesco, che non è nemmeno considerato vittima del terrorismo! Per i Mattei. Mi ha commosso sentire la madre di Virgilio e Stefano dire in tv che non vuole vendette, che la vendetta per gli assassini di Primavalle è vivere trent’anni con le loro coscienze sporche”.

L’omicidio non si prescrive, lei sa che Morucci si mette in un guaio se rispondesse al suo appello?

“Maccari, che era con lui è morto. Seghetti è muto, non parla più. Io prometto: se avesse il coraggio di parlare, mi batterò per lui, perché chiunque sia il responsabile, ottenga il minimo”.

Lo farebbe davvero?

“Li hanno assolti quando avevano le prove, possono punirli se confessano? Chiederei il minimo della pena, come La Russa e mamma Ramelli. Se serve mi metto i cartelli davanti al Tribunale”.

Perché Morucci dovrebbe rischiare?

“Per un solo motivo. Oggi è libero, ma non è nulla: un reduce che campa scrivendo brutti libri sulla sua ‘Peggio gioventù’. Avesse il fegato di parlare darebbe senso alla sua vita. Le pare poco?”.

Difficile che rischi.

“Se la società non ci lascia sole, no. Se i giornali da domani vanno a chiedergli: Beh, cosa rispondi a Mamma Zicchieri? No. Sennò mi quereli. Io non mi scordo di lui finché campa”.


Fonte: blog "cuori neri" del 4 febbraio 2006 http://www.cuorineri.it/archivio/?p=10

lunedì 27 ottobre 2008

GRAZIE, chiunque tu sia, Reduce o ex Parà...


LIVORNO. «Capita poche volte, quando si rappresentano le istituzioni, di poter parlare a nome di tutto un popolo: questa è una di quelle occasioni».
Il presidente della Camera Gianfranco Fini, celebra con queste parole l’anniversario della battaglia di El Alamein, davanti ai paracadutisti della Folgore schierati nel piazzale della caserma Vannucci, a Livorno.
E lo fa ricordando che «non è un caso che in queste ore questo stesso evento veda la presenza in Africa del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano».
Qualche minuto prima, il presidente della Camera era stato oggetto di una mini-contestazione, proprio da parte di un reduce della battaglia di El Alamein. Mentre Fini si avvicinava alla tribuna da cui poi avrebbe parlato, un vecchio paracadutista lo ha apostrofato dicendogli, fra l’altro: «Hai gettato il tricolore nel cesso». «Non so che cosa volesse - ha commentato poi Fini...."
...MA LO SAPPIAMO NOI!

giovedì 23 ottobre 2008

COSSIGA FAI SCHIFO !


intervista di Andrea Cangini per "Quotidiano nazionale" a Francesco Cossiga

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
«
Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché è l'Italia è uno Stato debole, e all'opposizione non c'è il granitico Pci ma l'evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà quantomeno una figuraccia».
Quali fatti dovrebbero seguire?
«A questo punto, Maroni dovrebbe fare
quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».
Ossia?
«
In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece?
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università,
infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che?
«Dopo di che,
forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell'ordine dovrebbero
massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti?
«Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le
maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle,
questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio».
Quale incendio?
«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà ad insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».



E dire che quando "picconavi" m'eri quasi diventato simpatico... ma questo cinismo, questa tronfia esibizione di orgoglio per l'ignobile "strategia della tensione" che tante - troppe - vittime ha fatto tra i giovani di Destra e di Sinistra suscita orrore.
Senatore Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica... fai SCHIFO. Se tu non fossi Senatore a vita ti augurerei: "Che tu possa vivere in eterno".

Giovanni Bacci di Capaci

Buontempo su scuola, proteste e Berlusconi


“Non vorrei che le questioni legate all’ordine pubblico venissero utilizzate per coprire la grave crisi economica che colpisce il nostro Paese e che, in particolare, sta avviando alla soglia della povertà intere fasce di cittadini. Si può anche non essere d’accordo sui motivi della protesta studentesca (nel caso de La Destra molti sono i punti condivisi contenuti nella contestazione), ma bisogna comunque garantire che possa essere esercitata con il massimo della libertà e tutelata da possibili provocazioni.

Il braccio di ferro che il governo sta attuando contro quella parte di studenti che è scesa in piazza contro la riforma Gelmini rischia di far saldare la protesta studentesca con il disagio sociale, dando respiro a quella sinistra che era ormai emarginata e non più credibile neppure per rappresentare i diritti delle fasce più deboli.

La determinazione con la quale ci si vuole contrapporre alla manifestazione degli studenti sarebbe stato più opportuno utilizzarla contro banchieri e operatori dell’alta finanza che, con operazioni spregiudicate, hanno messo in ginocchio imprese e famiglie.

E’ sempre stato un errore aprire uno scontro con il mondo studentesco, perché i giovani, quando si mobilitano occupando scuole e università, possono anche prendere a pretesto motivazioni discutibili. Quando tutto ciò avviene, c’è evidentemente un disagio più profondo, che i giovani sono capaci di avvertire prima del resto della popolazione.

La repressione fine a sé stessa è sempre risultato il peggior metodo per far confrontare istituzioni e giovani. E se, nonostante le esperienze passate, oggi ci si vuole incamminare su questa strada, si spera di prevenire una protesta sociale molto più vasta.
Sarebbe comunque un uso spregiudicato del potere mettere gli uni contro gli altri, i giovani militari che per mille euro al mese vestono una divisa e gli studenti intimoriti dal baratro della disoccupazione. Fratture generazionali come queste rischiano di diventare insanabili e possono produrre deviazioni pericolose per la società”.


Teodoro BUONTEMPO

66 anni fa a El Alamein...


Il 23 ottobre di 66 anni fa aveva inizio la battaglia di El Alamein, nel corso della quale persero la vita oltre 5000 soldati Italiani. Il Segretario Provinciale di Livorno, il Direttivo e i Militanti de La Destra si inchinano ed onorano la Loro memoria.

Un particolare omaggio ai paracadutisti della divisione Folgore che, dalle buche scavate nelle sabbie di Al Qattara tennero a bada per 13 giorni l’intero XIII° Corpo d’Armata britannico. Dei 5000 che partirono all’Italia erano in rimasti in 304. Di loro, una settimana dopo la fine della battaglia, la BBC disse "I resti della divisione Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane" cui 10 giorni dopo, alla Camera dei Comuni, fece eco Winston Churchill “Davvero dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i Leoni della Folgore”.

Onore a Loro

http://www.brigatafolgore.com/elalamein.htm

martedì 21 ottobre 2008

Sempre più vicini al "modello americano"...


OCSE: SI ALLARGA FORBICE REDDITI, FORTE DISUGUAGLIANZA ITALIA


Ricchi sempre più ricchi, classe media che va assottigliandosi e disparità economiche e sociali sempre più marcate. L’Italia è tra i paesi dell’Ocse dove la differenza di reddito tra ricchi e poveri è più ampia. Tra i 30 stati membri dell’Ocse, la disuguaglianza è maggiore solo in cinque paesi (Messico, dove le differenze sono in assoluto maggiori, Turchia, Portogallo, Usa e Polonia).

Tra i paesi del G7 l’Italia è seconda solo agli Stati Uniti. All’opposto Danimarca, Svezia e Lussemburgo, dove le distanze sono meno profonde. I dati emergono dal rapporto dell’Ocse ‘Growing Unequal’ che sottolinea come la disparità di reddito sia aumentata più o meno in tutti i paesi anche se con ritmi molto diversificati.

“La disuguaglianza di reddito - si legge nel rapporto - è cresciuta significativamente dal 2000 in Canada, Germania, Norvegia, Stati Uniti, Italia e Finlandia, mentre è diminuita in Gran Bretagna, Messico, Grecia ed Australia”. La disparità è aumentata in due terzi dei paesi che fanno parte dell’organizzazione, spiega l’Ocse, e questo è avvenuto “perché le famiglie ricche hanno raggiunto risultati particolarmente positivi rispetto alla classe media e alle famiglie che si trovano ai livelli più bassi della scala sociale”.

L’Ocse definisce l’Italia come un paese in cui le differenze di reddito sono particolarmente ampie: i salari di livello basso sono estremamente ridotti mentre i ricchi hanno standard di vita più elevati rispetto a paesi, come la Germania, dove invece le differenze di reddito sono più limitate e dove i salari minimi sono più alti. Come parametro di misurazione per la disuguaglianza, l’Ocse utilizza un coefficiente denominato ‘Gini’, che indica proprio la disparità di reddito. Le differenze tra i paesi dell’organizzazione sono profonde, basti pensare che in Messico la forbice è due volte più larga rispetto alla Danimarca. I due paesi sono all’opposto nella classifica con un coefficiente di 0,23 per la Danimarca e di quasi 0,50 per il Messico contro una media Ocse di 0,30. Per l’Italia si calcola un coefficiente di 0,35 circa, mentre gli Stati Uniti sono a 0,38. Il rapporto evidenzia quindi come la risposta dei governi alle disparità sia stata soprattutto di carattere fiscale e sociale, aumentando la spesa a favore di una popolazione che tende ad invecchiare velocemente. Si tratta però, secondo l’Ocse, di una risposta che può essere “solo temporanea”. “L’unica via sostenibile per ridurre le disuguaglianze” è assicurarsi che le persone siano in grado di trovare e mantenere un’occupazione. Questo significa che “i paesi sviluppati devono sforzarsi molto di più per inserire i cittadini nel mercato del lavoro piuttosto che sostenerli con indennità di disoccupazione o pensioni anticipate”.


(ANSA 21.10.2008)

http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_791115438.html

domenica 19 ottobre 2008

Livorno sostiene Teodoro BUONTEMPO Candidato alla Presidenza della Regione ABRUZZO

TUTTI A L'AQUILA sabato prossimo alle 17, in Corso Vittorio Emanuele!





TEODORO,

FALLI NERI !


giovedì 16 ottobre 2008

Forza CALIMERO !




Si ode a centrodestra uno squillo di tromba, a centrosinistra risponde uno squillo.....sinistra e destra si annullano e rimane lo squillo del centro.
Cari miei Amici e Camerati, c'è poco da fare: i sistematici buonisti rappresentano ormai un gruppone trasversale di uguali. Come i ladri di Pisa, che di giorno litigavano per crearsi un alibi e la notte assieme rubavano, i due cassonetti elettorali che con un vero e proprio colpo di mano si sono accaparrati il potere, litigano per il niente e si spartiscono il tutto. Se Berlusconi afferma che la crisi economica è tutto sommato positiva, datochè è in questi periodi che chi ha denaro a disposizione può fare ottimi affari, dall'altra abbiamo Veltroni che si arrabbia e minaccia " una vera opposizione" per protestare contro la proposta di chi vorrebbe che i figli di immigrati, per inserirsi nelle scuole Italiane, quantomeno dimostrino di voler apprendere la lingua Italiana.
Aiuto!!!! Fermatelo questo mondo perchè sempre più mi sto accorgendo che sta andando verso lo sfacelo, morale e fisico. Tanto che, mi viene da chiedermi, se il Nostro Presidente del Consiglio sappia che i nuovi poveri in Italia hanno ormai superato la soglia dei 12 milioni, o se Veltroni riesca a comprendere che la cosiddetta integrazione deve essere sì bilaterale, ma non dimenticandosi che, volenti o nolenti, da Bolzano a Lamperdusa, da Trieste a Ventimiglia (oltre le Isole) il suolo è suolo ITALIANO.
Purtroppo oramai chi sta sui Colli Romani, ma anche chi sta nei vari palazzi del potere, nei vari consigli di amministrazione di enti ed entucci, banche e banchine, unicamente ci stà perchè lavorare stanca, ma è molto meno stancante litigare ad arte. Allora, finiti i tempi della speranza, in cui tifavamo per Robin Hood o Zorro, in questa fase depressiva mi rivolgo ad un'altro personaggio della fantasia, che però nella sua ingenuità riusciva sempre a capire di essere circondato dal MALE.......ed era piccolo sì, ma piccolo e NERO.....e per questo tutti ce l'avevano con Lui.
Caro Calimero, piccolo e nero, con le tue dimensioni ed il tuo colore se non altro ti riuscivi a distinguere dagli altri e, una volta lavato, emergeva la purezza della tua anima bianca. In un mondo di reali brutti, sporchi e cattivi, viva Calimero.......senza dimenticarci però mai di Zorro e di Robin Hood.....
Buona Destra a Tutti.
Avv.to Massimo Batini

mercoledì 15 ottobre 2008

La Compagnia chiama a raccolta


Cari Gilberto, Dino, Alberto, Filippo, Enrico, Federico, Alessandro, Fabio, Mario, Carlo, Umberto, Andrea, Beppe, Ugo, Vincenzo, Marcello, Fabrizio, Giancarlo.... e altri amici, fratelli e camerati...
Vi scrivo perché quando ci riuniamo non ci siete. E mi dispiace. Perché il vostro posto è con noi, ad affrontare l’ennesima battaglia. Perdente? Forse. Inutile no.
Voi lo sapete che mi ero ripromesso di non cascarci mai più... che mai più e mai poi avrei dato ascolto agli squilli che – periodicamente – chiamano la “Compagnia” a raccolta e ai tamburi il cui rullare fa intendere che c’è ancora bisogno di noi in prima linea. E però....
Se ci guardiamo intorno come possiamo non vedere che l’Italia, e anche l’Europa, è incalzata da continue emergenze e che nessuno ancora s’impegna ad affrontarle?
Emergenza immigrazione: siamo sotto invasione. Inutile stare a cincischiare con le parole. Che d’invasione si tratti è evidente. Si innalzano minareti, si discute il Corano nelle Scuole, se camminiamo per il centro di una qualsiasi delle nostre splendide Città dobbiamo far attenzione a non calpestare inavvertitamente le mercanzie dell’abusivo di turno. Poi, sì, gl’industrialotti del nordest vengono a dirci che è manodopera indispensabile. A loro, per pagare di meno e non prendersi il disturbo di trasferire le loro attività produttive nei paesi “in via di sviluppo”. Ma a noi? Ai nostri figli?
Emergenza finanziaria: il sistema reggerà... certo. Mica conviene a nessuno che crolli: finché s’intascano i profitti e si lascia che a saldare le perdite provvedano i contribuenti, non conviene di certo. In ogni caso i passeggeri di prima classe di questo Titanic hanno diritto alle scialuppe. Gli altri hanno diritto a corsi di nuoto. A pagamento.
Emergenza scuola, Emergenza sanità, Emergenza casa, Emergenza rifiuti, Emergenza fonti di energia, Emergenza ordine pubblico, Emergenza giustizia, Emergenza funzione pubblica.... dimentico qualcosa? Emergenza STATO. Dopo la Patria sta morendo (è morto?) lo Stato. Non sono un fanatico “contrattualista”, ma se prendiamo per buona la tesi filosofica del cosiddetto “contratto sociale” e ci accorgiamo che uno dei contraenti (il cittadino) non è più tutelato dall’altro contraente (lo Stato) nella sua sicurezza, nella sua possibilità di procurare a se’ e alla sua famiglia mezzi di sostentamento dignitosi, nella sua aspirazione ad un minimo di prosperità, serenità, di garanzie per la propria vecchiaia, non ha più diritto ad un ambiente gradevole, salubre e tale da favorire la piena espansione della sua personalità... beh, il contratto non è più valido. Nullo. Per inadempienza dello Stato.
Mi dicono che c’è un governo che a ciò provvederà. Un governo di “centro-destra”... Mah. Sarà. A me non pare... ci voleva un governo di centro-destra per pagare a Muammar El Gheddafi il “pizzo” affinché NON la smetta di spedirci altri invasori? Ci voleva un governo di centro-destra per candidare alla Corte costituzionale Gaetano Pecorella (ex Potere Operaio, ex Soccorso Rosso Militante, ex difensore degli assassini di Carlo Favella come di quelli di Sergio Ramelli)? Ci voleva un governo di centro-destra per censurare dei tifosi di calcio Italiani rei non di aver spaccato vetrine, incendiato macchine o cassonetti, ma di aver cantato “Faccetta nera”? Ci voleva un governo di centro-destra per ringraziare – finalmente – gli Americani per aver posto fine al bieco Ventennio? Ci voleva un governo di centro-destra per definire “guerra civile” un’offensiva malavitosa (vabbè... però “ I sùn terùn...”)?
Possiamo permetterci di farci accomunare a costoro? Di continuare a scambiare la tessera 1816 della P2 per la reincarnazione dell’alluce (sinistro) della Buonanima? Di dar retta a chi mostra il dito medio mentre suona l’inno nazionale (si, lo so... è provvisorio, un bel po’ massonico, retorico e bruttino... ma è l’inno nazionale) e afferma che della bandiera farebbe un uso a dir poco discutibile? Possiamo restarcene alla finestra e continuare a dire “poteva andarci peggio”? Ma davvero poteva andarci peggio che vedere le nostre idee infangate, deformate fino alla caricatura di da chi non le ha mai avute? E rimanercene zitti e buoni?
Ecco perché all’ennesima chiamata dell’adunata, ho faticosamente mosso le stanche membra per raggiungere La Destra. Ma... La Destra? Con Storace? Buontempo? La Santanché... (no lei non più)? E cos’avranno mai da offrire di meglio degli altri? Un nuovo partito... una nuova piccola formazione litigiosa e nostalgica? Forse un partito nuovo... da costruire insieme agli altri... una “Destra” che raccolga insieme tutte le destre, che si spogli – fino all’osso... altro che il vergognoso striptease di Aenne – di tutto ciò che non è irrinunciabile. La Patria, lo Stato, la dignità del Cittadino, la Libertà quella vera... anche dal bisogno, la Giustizia quella per tutti uguale, l’amore per la Terra, per la Cultura e la Tradizione. Una Destra ancora con molte anime, ma sincere. Una Bandiera da tenere alta. Aiutateci a farlo.

Giovanni Bacci di Capaci

giovedì 9 ottobre 2008

Anche se tutti noi NO

Musica e (profetico) testo de "La compagnia dell'Anello"

martedì 7 ottobre 2008

A scuola di democrazia 3








Lezioni pratiche di marketing democratico per fascistacci impenitenti

Lezione 3:

Esercizi pratici di riuscita
propaganda elettorale

Le destre sono tante, milioni di milioni.... ....LA DESTRA è una sola, e l’unica che FA!


Non so se l’avete notato – non che il fenomeno, per quanto diffuso, sia vistoso data l’esigua consistenza delle persone coinvolte – ma con l’approssimarsi dello smantellamento definitivo di Aenne e della “fusione a freddo” nel Pidielle, è tutto uno sbocciare di “destre”, variamente aggettivate... Destra Romana per la Costituente, Destra Libertaria, Nuova Destra Sociale, Destra Radicale, Destra Liberale Italiana, Destra delle Libertà... e chi più ne ha più ne metta... (se “Destra Anacronista” non è ancora stato depositato mi prenoto io, ).

E’ intuitivo pensare che il bizzarro fenomeno, così evidentemente in controtendenza rispetto all’imperante “bipartitismo monorchide”, possa ricondursi principalmente alla frustrazione – non del tutto ingiustificata – di tanti piccoli (e meno piccoli) “ras” Aennini, già da anni pazientemente in fila per uno strapuntino resi improvvisamente idrofobi dalla prospettiva di file ancor più lunghe a causa della confluenza di Aenne nel Pidielle. Vi è anche il caso, più rispettabile e al limite del patetico, di “fedeli” militanti Aennini che, pur avvezzi ad ingoiare di tutto (dalla proposta di voto agli immigrati alla castroneria del “male assoluto”, passando per le sortite finiane in tema di fecondazione assistita e per la questione dell'indulto), non hanno retto alle ultime “padanate” del loro leader, e nell’imminenza della chiusura della “casa madre”, forti delle esperienze maturate, hanno pensato bene di mettersi “in proprio”. Qualcuno potrà a questo punto osservare: “Ma non è che LA DESTRA, quella vera (diffidate sempre dalle imitazioni e dalle contraffazioni!), quella – per intenderci – di Storace e Buontempo, la NOSTRA Destra, nasce anch’essa dallo stesso tipo di considerazioni? La differenza non è forse solo nella consistenza del fenomeno e nello spessore politico dei leaders, ex “colonnelli” anziché ex “caporali”?”

Beh... a parte il fatto che lo spessore politico, la capacità progettuale, la preparazione dei leader è un fattore niente affatto marginale e che in politica la “scelta dei tempi” è pure un fattore da non trascurare, una differenza sostanziale c’è.

E questa differenza è esemplificata dalla vicenda Daniela Santanché... del cui allontanamento volontario da La Destra sono il primo a dolermi (essere mollati da una bella donna è SEMPRE sgradevole, anche quando sei certo d’aver ragione)... ma che ha il pregio di chiarire una volta per tutte:

1) Che il progetto de La Destra è ALTERNATIVO a quello del Pidielle, sebbene non diametralmente antitetico come nel caso della sinistra (il che rende praticabile l’eventualità di temporanee convergenze, alleanze elettorali, apparentamenti e via dicendo...)

2) Che chi aveva puntato su La Destra per farne lo sgabello su cui issarsi onde rientrare nel Pidielle dalla finestra “saltando” la fila dei questuanti alla porta ha decisamente sbagliato i propri calcoli e fa bene ad accodarsi col cappello in mano ai medesimi questuanti finché è ancora in tempo.

3) Che a tutti gli altri, quanti hanno sofferto per la deplorevole deriva di Aenne da Fiuggi in poi e quanti non hanno mai digerito l’amaro calice di Fiuggi, noi tendiamo fraternamente LA DESTRA.

Giovanni Bacci di Capaci

P.S. In altre parole, se qualcuno scampanella alla porta e, a mo’ di piazzista, viene ad offrirvi una “destra personalizzata”, fatemi una cortesia... ditegli che LA DESTRA già c’è.

7 Ottobre 1571 battaglia di Lepanto... e una comunicazione a margine del Congresso

Paolo Veronese - Nostra Signora di Lepanto


Il Congresso della Destra

“Sabato 4 ottobre si è svolto a Livorno il congresso provinciale de La Destra che ha sancito l’elezione del Segretario Provinciale Massimo Batini. Il congresso ha inoltre espresso i delegati per il congresso nazionale che si terrà a Roma da venerdi 7 a domenica 9 novembre, nel bel mezzo del quale, sabato 8, si terrà la prima manifestazione di piazza de La Destra, cui tutti i militanti e i simpatizzanti sono invitati... Lotta al carovita, riaffermazione dell’unità e dell’identità nazionale, democrazia contro oligarchie i principali temi della manifestazione, parole d’ordine dell’unico movimento orgoglioso di stare a destra senza dover chiedere scusa ad alcuno.

Nell’ambito del Congresso Provinciale si sono susseguiti gli interventi di tutti i convenuti, tracciando i lineamenti dei risultati raggiunti (più che lusinghiero il dato elettorale delle scorse politiche, tenuto conto delle enormi difficoltà organizzative ed economiche che il neonato Movimento ha dovuto affrontare e del contesto politico e ambientale nel quale si è dovuto operare) e delle iniziative da intraprendere in vista delle prossime scadenze elettorali. “Dal Congresso in poi – ha ricordato il segretario provinciale Batini al termine dei lavori – si apre una sfida ancor più impegnativa e tuttavia esaltante per la nostra comunità, chiamata a dare il meglio di se per riaffermare e rappresentare sia a livello locale che a livello europeo quei princìpi e valori che sono patrimonio ideale irrinunciabile della Destra italiana, di quella stessa Destra che vuole mantenere inalterata la propria identità e le proprie radici culturali, di quell’unica Destra che “non molla” ed è presente sul territorio con la volontà di determinare le scelte amministrative con risposte disinteressate, coerenti ed adeguate alle condizioni critiche in cui versano l’Italia, la Toscana e la Città di Livorno.”