martedì 30 settembre 2008

SABATO 4 CONGRESSO A LIVORNO

Il paese della memoria - Opera di Gilberto Buchianti 1994



Il Primo Congresso Provinciale del Movimento La Destra si terrà Sabato 4 Ottobre alle 1530 presso i locali della 3^ Circoscrizione di Livorno.

A fare gli onori di casa (si fa per dire visto che una sede non ci s'ha) Massimo BATINI e Pino PIRO, ovviamente, nonché il Portavoce Regionale Italo MARRI.

All'ordine del giorno, oltre alle iniziative che La Destra intende attuare a livello locale, il pezzo forte del Congresso è... il Congresso. Chiaramente quello Nazionale che si terrà a Roma nei giorni 7, 8 e 9 Novembre... quindi spazio alle emozioni e alle mozioni. A dir il vero ALLA MOZIONE, visto che "Danielita" ha optato per un approccio "soft" (e individuale?) al PdL, rinunciando a presentare una mozione alternativa a quella del Segretario Francesco STORACE. Ci concentreremo quindi su questa, un po' dispiaciuti di aver perso per strada il più bel candidato premier che la storia ricordi, ma rasserenati dalla prospettiva di un Congresso unitario, in grado di evidenziare la caparbia volontà di vita di un movimento compatto e solidale, teso a rappresentare quella parte di Italiani che proprio non riescono a sentirsi rappresentati da una coalizione che, nel mentre i cittadini arrancano per arrivare a fine mese, riesce a regalare cinque miliardi di dollari al tiranno di Tripoli... andranno poi designati i delegati alla tre giorni romana e organizzata la partecipazione degli iscritti alla manifestazione di piazza prevista per l'8 Novembre - quindi in concomitanza col Congresso - sempre a Roma.

Infine una generosa distribuzione di fraterni abbracci e cameratesche pacche sulle spalle (di più non ci chiedete) concluderà degnamente l'epica giornata.



MIRACOLO A SANT'ANNA

Più sicuri... c'era ALLEANZA

L'ISOLA DEL DOTTOR MOREAU


Nuovi orribili esperimenti sugli animali

8 NOVEMBRE TUTTI A ROMA !



E’ arrivato il tempo della prima, grande manifestazione popolare de La Destra, un appuntamento a lungo atteso e che ora siamo finalmente in grado di organizzare.
Lotta al carovita, affermazione dell’unità nazionale, democrazia contro oligarchie, attorno a questi temi dovrà svilupparsi la battaglia dell’unico movimento orgoglioso di stare a destra senza dover chiedere scusa ad alcuno.
La organizzaremo per sabato 8 novembre, sospendendo per un pomeriggio i lavori congressuali previsti dal 7 al 9, per consentire anche a tutti gli iscritti che non saranno delegati di poter partecipare alla festa gioiosa di una comunità che non molla.
Giovedì si riuniranno il comitato politico nazionale e a seguire la segreteria generale del congresso per alcuni adempimenti ormai necessari a seguito delle sciocchezze pronunciate in queste ore da chi ha ingannato un popolo che continua a credere. Adottate le iniziative necessarie, il partito si mobiliterà attorno ad una piattaforma e ci sarà uno staff che curerà nei dettagli piattaforma e organizzazione dell’evento.
Abbiamo creato La Destra per dare una speranza a milioni di italiani e non sarà qualche decina di persone a frantumare questo bellissimo sogno. Se la prendono persino con il blog e non si rendono conto di quanto siano meschini.
Noi siamo orgogliosi della nostra gente e l’attendiamo a Roma per gioire assieme nel nome di una proposta politica che non rinnega i propri padri e indica il futuro ai nostri figli.

Francesco Storace
Segretario Nazionale

lunedì 29 settembre 2008

giovedì 25 settembre 2008

Ardisco, non ordisco.

(Da La Repubblica del 25.09.2008)

Dopo il lodo Alfano, pronto il lodo Consolo per salvare Altero Matteoli
Il parlamentare, che è anche legale del ministro, ha preparato un apposito ddl

Un lodo Alfano per il premier Silvio Berlusconi. Per bloccare i suoi processi Mills e Medusa. Quello è già fatto. È alle spalle. Adesso serve un lodo Consolo per il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, di cui Consolo è pure avvocato. Aennino il ministro, aennino il proponente. Tutto in famiglia. Com'è stato per il lodo Alfano. Uno scudo protettivo per fermare i processi alle alte cariche dello Stato fresco di pochi mesi. Un disegno di legge, pensato e scritto dal deputato Giuseppe Consolo, affidato alle cure del capogruppo di Forza Italia Enrico Costa, nelle prossime "priorità" della commissione Giustizia della Camera.
Una nuova porta aperta verso il definitivo ripristino dell'immunità parlamentare in stile 1948 per tutelare e mettere al riparo chi è già nei guai con la giustizia. In comune con il lodo Alfano la solita norma transitoria, quella che disciplina l'utilizzo di una legge, e che, anche in questo caso come per tutte le leggi ad personam, stabilisce che il lodo Consolo "si applica anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge".
Giustizia di casa nostra per tutto il governo Berlusconi. Stavolta per i suoi ministri. Per Matteoli in particolare, visto che a Livorno c'è un suo processo per favoreggiamento. Ma vediamo prima la proposta e poi la persona e il processo a cui si applica. Che si va a inventare Consolo per il suo cliente? Una leggina, due articoli in tutto, che rivoluziona le regole costituzionali per i reati ministeriali, quelli commessi da soggetti che sono, o sono stati, ministri. Un giochetto facile facile.
Rendere obbligatoria la richiesta di autorizzazione anche per i reati che, a parere del tribunale dei ministri, non meritano una copertura ministeriale e quindi, stando alle norme attuali, devono essere valutati e investigati dalla procura. Se, a parere dei pm e dei giudici, il delitto è stato commesso, il soggetto va a processo come un normale cittadino.
Eh no, questo a Consolo non sta affatto bene.
Anche perché c'è giusto il suo compagno di partito e legalmente assistito, il ministro Matteoli, ex capogruppo di An al Senato nella scorsa legislatura, e prima ancora ministro dell'Ambiente, che nel 2005 viene messo sotto inchiesta dalla procura di Livorno per aver informato l'allora prefetto della città Vincenzo Gallitto che c'erano delle indagini sul suo conto per l'inchiesta sul "mostro di Procchio", un complesso edilizio in costruzione a Marciana, nell'isola d'Elba.
Il tribunale dei ministri del capoluogo toscano decise che quel reato non aveva niente a che fare con la funzione di ministro ricoperta da Matteoli e rispedì le carte alla procura. Matteoli non si dette per vinto. Divenuto nel frattempo senatore convinse la Camera a sollevare un conflitto di attribuzione contro Livorno per la "ministerialità" del reato. La Consulta lo considera ammissibile e dovrà pronunciarsi. Nel frattempo il processo è congelato. Adesso Consolo lo vuole ibernare definitivamente.
Nel giorno in cui il Guardasigilli Angelino Alfano, alla Camera, strizza l'occhio all'opposizione, in particolare ad Antonio Di Pietro, e dice che si può "aprire un confronto su norme che vietino la candidabilità di persone che siano state condannate con sentenza passata in giudicato" e mentre il Senato, all'opposto, blocca la richiesta di arresti per il pidiellino Nicola Di Girolamo, ecco che si materializza il lodo Consolo, presentato per tempo l'8 maggio 2008, ma rimasto tra le proposte da valutare in commissione. All'improvviso esplode l'urgenza.
Con una legge che mette sullo stesso piano chi è ministro e ha commesso un reato nell'ambito delle sue funzioni, e quindi, in base all'articolo 96 della Costituzione, gode di una parziale tutela in quanto spetta alla Camera o al Senato dare il via libera all'indagine, con chi invece è pur sempre ministro, ma ha commesso un delitto nelle vesti di normale cittadino. Consolo pretende che il tribunale dei ministri trasmetta il fascicolo "con relazione motivata al procuratore della Repubblica per l'immediata rimessione al presidente della Camera competente".
Una surrettizia autorizzazione che verrebbe garantita a un comune cittadino giudicabile per un reato commesso in coincidenza con la funzione di ministro, ma al di fuori del suo lavoro di membro del governo. Un'indebita protezione ad personam, una sorta di invito a delinquere, perché tanto le Camere, come la storia cinquantennale dell'autorizzazione a procedere dimostra ampiamente, sono sempre pronte a negare ai giudici la possibilità di indagare.

Accordi ITALIA - LIBIA

Tutto questo vale più di 5 MILIARDI di DOLLARI
(in rate da 250.000 $ per vent'anni) però li dovevano dare
LORO A NOI !

Marfazzi

A scuola di democrazia 2...


Lezioni pratiche di marketing democratico per fascistacci impenitenti:

Lezione 2:

LA PROPAGANDA COMPARATIVA

mercoledì 24 settembre 2008

Con BUONTEMPO e STORACE


Circa un'anno fa, in data 20 novembre 2007, ad una puntata della trasmissione "porta a porta" di Bruno Vespa, il buon Gianfranco Fini spiegava ai propri (nel senso di possesso) elettori che AN non avrebbe mai ceduto al ricatto dei un nuono partito "berluscomico", del quale non si ricordava e non voleva conoscere il nome. Innervosito e demagogicamente agitato diceva allo sbigottito Vespa che "Berlusconi aveva ordito un complotto e che egli non sarebbe mai caduto nella trappola del Berlusconi", continuando nella filippica e dando al "cavaliere mascherato" del "traditore" e del "bugiardo". Nel settembre 2008, dopo i vari accordi e disaccordi, volte e giravolte, dichiarazioni e controdichiarazioni, gli Italiani presumo siano stati felici di aver concesso la loro fiducia ad uomini così saldi nelle idee e fermi nelle posizioni, uomini dai princìpi granitici,,, veri e propri giganti politici. Ai vari Fini, La Russa, Matteoli ed altri capi, capetti e caporali, non manca certo la coerenza e la dignità di chi crede nei propri ideali. Essi sanno bene dove vogliono andare e dove vogliono portare l'Italia; ma Noi, proprio perché li conosciamo, dobbiamo fare di tutto affinchè l'Italia non li segua!.
"I nostri occhi hanno visto cose che quelli del PDL non possono neanche immaginare", o quantomeno per convenienza, non vogliono più ricordare. Ma Noi, quelle cose le abbiamo ben impresse nei nostri cuori, ed i Nostri sguardi devono funzionare come trasmettitori, per non farle dimenticare a nessuno. Forti di quelle immagini, di quei ricordi e saldi nei Nostri Ideali, nei Nostri immutabili valori, Noi sappiamo di non essere come quei quaqquaraqqua di sciasciana memoria. Lasciamoli ai loro accordi e alle loro dispute e facciamo quadrato intorno ai nostri veri portavoce: Teodoro Buontempo e Francesco Storace: noi non siamo da picnic......SIAMO DA TERMOPILI. Buona Destra a Tutti.

Massimo Batini
Portavoce Provinciale

COME SI VENDE BENE LA DIGNITA' NAZIONALE


L’ANTEFATTO:

da Liberoblog del 17 aprile 2007 - 14:30

Attenti a quei due...

Chi l'avrebbe mai detto che due "opposti" come Berlusconi e Colaninnno potessero collaborare in una cordata bipartisan e nazionale per Telecom

Silvio Berlusconi e Roberto Colaninno entrano nella partita Telecom. Questi due protagonisti della politica e dell´imprenditoria sono interessati a partecipare come azionisti e a contribuire alle scelte strategiche dell´ex monopolista se, naturalmente, ci sarà la possibilità di dare una soluzione italiana all´attuale fase di incertezza. Ma se l´interesse teorico di Berlusconi e di Colaninno per un´impresa del valore di Telecom può essere comprensibile, quasi scontato, la vera novità è che i due condividono l´iniziativa, uno accanto all´altro, in uno spirito di collaborazione che potrebbe preludere ad altri progetti. I due hanno parlato con Mediobanca che tira le fila di questo progetto, si sarebbero confrontati direttamente e fonti vicine giurano sul loro accordo: avrebbero addirittura scherzato sui posti da occupare e su cosa fare de «La7».
L´ex premier ha discusso del progetto con i suoi fedelissimi Gianni Letta e Fedele Confalonieri. La decisione è stata presa: se è possibile, l´operazione Telecom si farà. Vedere Berlusconi, proprietario di Mediaset, guida di Forza Italia e incontrastato campione del conflitto di interessi, in tandem con Colaninno, leader della Piaggio, già azionista e presidente di Telecom prima della stagione di Marco Tronchetti Provera, suscita non solo considerazioni sul futuro assetto dell´ex monopolista, ma molte valutazioni sulle conseguenze politiche e sulle alleanze tra i nostri capitalisti che, di solito, preferiscono lottare per un piatto di lenticchie come il cuneo fiscale piuttosto che buttarsi in un´ impresa densa di tecnologie e ricca di opportunità com´è Telecom.

Cordata bipartisan? Compromesso politico sui telefoni? Soluzione tricolore tra Milano e Mantova? Ce n´è abbastanza per suscitare clamori politici, mal di pancia confindustriali, svenimenti per alcuni editori e direttori di grandi giornali. Berlusconi e Colaninno: si tratta certamente di un caso «controversiale» come direbbero al Corriere della Sera. Nel mondo imprenditoriale probabilmente non ci sono due personaggi così diversi, per stile, formazione e interessi, come Berlusconi e Colaninno. Il primo è di destra, il secondo sospettato di simpatie di centrosinistra (al povero D´Alema, che auspica una soluzione nazionale, i signori dei salotti dello 0,5% rinfacciano ancora di non aver bloccato l´Opa di Olivetti sulla Telecom).

Berlusconi è tutto un sorriso, non sa nemmeno quante ville e cactus possiede, ama i cibi leggeri, ha inventato la tv commerciale in Italia e le sue tv hanno prodotto le ragazze prosperose del Drive in e le veline. Colannino è un po´ ombroso, va in vacanza in una pensione in val Gardena, adora il cotechino e i nervetti con le cipolle, invece di occuparsi delle ragazze pon pon ha girato il mondo vendendo filtri per auto e stampava le fotocopie di notte nel Palazzo Uffici d´ Ivrea quando prese l´Olivetti. È stato buttato fuori dalla Telecom nell´estate del 2001: siccome è un mantovano testone può darsi che sogni di ritornarci con le fanfare e il tappeto rosso.

La coppia Berlusconi-Colaninno si forma attorno a piazzetta Cuccia. È infatti Mediobanca la più convinta che ci sarà una soluzione italiana nel futuro di Telecom. Di più: si lavora per dare una continuità italiana al controllo, senza interventi stranieri. Si vedrà. Pure Intesa opera per una sua cordata tricolore, ma anche se l´ufficio di Corrado Passera dista pochi metri da quello di Alberto Nagel, le strade delle due banche non si sono ancora incontrate.
Si è sdegnosamente ritirato invece Alessandro Profumo, il banchiere europeo di Unicredit, perchè dice che si occupa di banche e non di telefoni. Ma the banker potrebbe spiegare, a proposito di telefoni, perchè prestò mille miliardi a Tronchetti Provera quando prese Telecom, oppure perchè pur non occupandosi di autostrade voleva fare l´operazione Abertis con i Benetton e, già che ci siamo, potrebbe illustrare la differenza, se esiste, tra una soluzione italiana per Telecom e il “convertendo” Fiat. Ma questa è accademia. Materiale per le seratine all´Infedele di Gad Lerner.

Berlusconi, che in Mediobanca ha due amici come Tarak Ben Ammar ed Ennio Doris, ha fatto dire ai suoi uomini che Fininvest-Mediaset è interessata a Telecom. Ci aveva già provato in passato, ritenta oggi forse con qualche speranza in più. Berlusconi ha due carte da spendere: i soldi, tanti soldi da poter buttare sul tavolo, in più possiede Mediaset, l´azienda italiana che per business e tecnologie è più vicina a Telecom. Però Berlusconi ha un difetto insormontabile: è leader politico, il suo partito-azienda è il paradigma della commistione tra affari e politica, il suo conflitto d´interessi è ciclopico. Colaninno è disposto a metterci dei soldi, assieme ad altre imprese e banche, a sottoscrivere una quota azionaria significativa, potrebbe chiedere di avere voce in capitolo sulle strategie, ma non sarebbe disposto ad assumere incarichi manageriali.
La presenza di Fininvest-Mediaset, qualora il piano si realizzasse, potrebbe essere annacquata con quella di altri esponenti dell´imprenditoria (Benetton, Del Vecchio, Zaleski): Berlusconi, per evitare furibonde e giustificate reazioni politiche, potrebbe accontentarsi di mettere un piede in Telecom. Poi si vedrà, a un certo punto potrebbe anche stancarsi di fare politica. Per ora, ovviamente, nessuno parla, nessuno si svela. Berlusconi è in Russia, Colaninno in America.

Naturalmente l´opzione italiana e l´intervento di Berlusconi e Colaninno che, in questa fase, sono i più motivati, potranno realizzarsi solo nell´eventualità che Tronchetti Provera non ceda la maggioranza di Olimpia-Telecom alla coppia At&t-America Movil. Il negoziato si chiuderà entro il 30 aprile. Poi, in caso di accordo, la parola passerebbe a Mediobanca e Generali che potrebbero esercitare il diritto di prelazione sulle quote Olimpia in vendita, diritto che decadrebbe qualora la cordata tex-mex fosse pronta a rilevare anche le azioni di Mediobanca e Generali.
Ma la trattativa pare faticosa, Tronchetti Provera è isolato e rischia incidenti anche in casa sua, alla Pirelli. Alcuni banchieri sono incavolati neri con l´imprenditore: non hanno gradito il blitz del negoziato con il messicano Carlos Slim, un personaggio che «in Italia avrebbe difficoltà a ottenere il certificato di residenza» commenta un banchiere vicino al caso. Per oggi è tutto. Tra qualche giorno sapremo che fine farà Telecom.


IL FATTO:
Storico accordo Libia-Italia: cinque miliardi per limitare i viaggi della speranza

31 Agosto 2008

Ci sono voluti anni di tensioni e trattative estenuanti ma alla fine la firma e' arrivata: Italia e Libia hanno siglato ieri a Bengasi un Accordo di amicizia e cooperazione 'di portata storica', come ha subito commentato il premier Silvio Berlusconi, che chiude definitivamente i contenziosi sull'avventura coloniale italiana in Tripolitania e Cirenaica e spalanca nuovi orizzonti di cooperazione tra Roma e Tripoli, soprattutto su energia e contrasto all'immigrazione clandestina.
L'Italia versera' alla sua ex colonia 5 miliardi di dollari in vent'anni (e non in venticinque, come era filtrato ieri) con finanziamenti annuali di 250 milioni di dollari. Spesa ingente, a fronte della quale tuttavia anche Roma avra' i suoi benefici: 'meno clandestini, piu' gas e piu' petrolio', e' stata la formula trovata in serata da Berlusconi per riassumerli.
Dopo l'accelerazione impressa nelle ultime settimane ad un negoziato che si trascinava da anni e che e' rimasto in bilico fino all'ultimo, Berlusconi e' volato ieri a Bengasi dal colonnello Muammar Gheddafi, portando con se' le 'scuse' dell'Italia al popolo libico per le 'ferite profonde' inferte dal colonialismo e - gesto altamente simbolico - la Venere di Cirene, statua restituita alla Libia dopo 95 anni.
I cinque miliardi di dollari di risarcimenti serviranno alla realizzazione di un'autostrada costiera di oltre 1600 chilometri che attraversera' tutta la Libia - dall'Egitto alla Tunisia - attorno alla quale i libici avevano incentrato le trattative; alla costruzione di 200 abitazioni, ad un vasto progetto di sminamento del Paese e al finanziamento di borse di studio per studenti libici e di pensioni ai mutilati dalle mine piazzate dagli italiani in epoca coloniale.

L'Italia avra' in cambio l'attuazione degli accordi di pattugliamento congiunto delle coste libiche per il contrasto ai 'mercanti di schiavi' che alimentano l'immigrazione clandestina (come ha subito esultato il ministro dell'Interno Roberto Maroni) e una maggiore penetrazione delle sue imprese nello sfruttamento del gas e del greggio libico, con l'Eni gia' al centro delle relazioni petrolifere. Assieme ad un altra serie di accordi economico-commerciali.
Il 'feeling' personale tra Berlusconi e Gheddafi - testimoniato anche ieri dal curioso fuori programma familiare del Cavaliere che mostra al leader della Jamahiriya le foto del nipotino Alessandro - ha certamente aiutato a sbloccare il negoziato. Ma non e' stato affatto facile, con la diplomazia libica che ha costantemente giocato al rialzo. Ancora stamattina, lo stesso Berlusconi aveva confermato che la spalmatura dei cinque miliardi di finanziamenti era prevista in 25, e non in vent'anni, come poi e' stato concordato.
In Libia sono giorni di festa per le celebrazioni del 39/o anniversario della Rivoluzione che il primo settembre 1969 porto' il colonnello Gheddafi al potere. Al calendario delle festivita' libiche si aggiungera' la giornata di ieri, di riconciliazione con l'Italia, mentre verra' depennata 'la giornata della vendetta' del 7 ottobre, quando (nel 1970) il rais ordino' l'espulsione di ventimila italiani dal Paese.
'Questo storico accordo apre le porte per una futura cooperazione e partnership tra l'Italia e la Libia', ha annunciato infatti Gheddafi, compiacendosi delle scuse italiane 'per gli eccidi e le repressioni' del periodo coloniale. Come a dire che la Libia perdona, ma non dimentica: la cerimonia di firma dell'intesa non a caso e' stata organizzata dai libici nell'edificio che fu il quartier generale del governo italiano a Bengasi tra il 1911 e il 1943.

Tra le pieghe di una giornata che si e' conclusa con la partecipazione del premier alle celebrazioni per la Rivoluzione assieme a moltissimi capi di Stato africani, Berlusconi ha avuto anche un incontro bilaterale con il vice premier russo Serghei Ivanov. La crisi russo-georgiana, in prospettiva del Consiglio europeo straordinario di lunedi' e, anche qui, l'energia, i piatti forti del colloquio.


IL MISFATTO:

2008-09-24 12:33
Telecom: nessun aumento capitale Ma mercato scommette su arrivo soci libici e sale in Borsa
(ANSA) - MILANO, 24 SET - Non c’e’ alcun aumento di capitale all’ordine del giorno del Cda di Telecom di giovedi’. L’organismo ’si riunira’ domani per esaminare, tra l’altro, lo stato d’avanzamento delle attivita’ volte alla definizione del nuovo piano industriale del gruppo’,precisa la societa’ su richiesta della Consob dopo le indiscrezioni sull’arrivo di un socio arabo. Telecom Italia, intanto, sui rumors sale in Borsa del 3,07%, a 1,109 euro.

IL COMMENTO:

(dal blog http://www.storace.it/)

“# Giovanni Palombo BLOCCO SOCIALE NAZIONALE- scrive:
24 Settembre 2008 alle 08:30

i soldi alla LIBIA a cosa servono veramente? sono la contropartita offerta dal gruppo Fininvest al fondo monetario libico di Gheddafi, per indurlo a rilevare perconto della Fininvest le quote azionarie della Telecom. In questo modo la Fininvest assume il controllo della Telecom per mano libica con il concorso di Tarik Ben Ammar, uomo di Berlusconi

LA DOMANDA:

E Colaninno?

LA RISPOSTA giace sotto il feretro di ALITALIA

A scuola di democrazia 1...


Lezioni pratiche di marketing democratico per fascistacci impenitenti:

Lezione 1:

IL SONDAGGIO D'OPINIONE

Troppo bella per non pubblicarla:





Finalmente rivelato il motivo reale dell'attacco USA all'Irak

martedì 23 settembre 2008

23 SETTEMBRE




23 Settembre del...

490 a.C. Battaglia di Maratona: 10.000 opliti Ateniesi e 1.000 alleati provenienti da Platea al comando di Milziade mettono in rotta l’esercito di Dario I° Re di Persia, forte di 26.000 uomini.
480 a.C.
Battaglia di Salamina: Dopo il sacrificio dei 300 Spartani alle Termopili, la flotta greca forte di circa 370 triremi, comandata da Temistocle di Atene e Euribiade di Sparta, sconfigge la flotta persiana di Serse I° composta di 720 navi.
1529 Inizia il primo assedio di Vienna ad opera dei Turchi di Solimano I°. La guarnigione, al comando del settantenne Lanzichenecco Conte Niklas Salm (che morirà in seguito alle ferite riportate durante l’assedio) respinge ogni assalto del nemico.
1943 Viene proclamata la nascita della Repubblica Sociale Italiana « Lo Stato che noi vogliamo instaurare sarà nazionale e sociale nel senso più lato della parola: sarà cioè fascista nel senso delle nostre origini. »
(Benito Mussolini, dal discorso di Radio Monaco del 18 settembre 1943.)

lunedì 22 settembre 2008

Aggressione a Palermo


Nella notte da il 20 e il 21 settembre 2008, quattro giovani militanti di destra (tra cui una ragazza), sono stati aggrediti a Palermo in via Carducci da circa trenta estremisti di sinistra armati di spranghe. Tra gli aggrediti, un ragazzo di 18 anni è stato ricoverato per un forte trauma cranico in ospedale dove gli sono stati apposti 12 punti di sutura.


Niente titoloni sui gionali, niente al tiggì, niente indignazione... le vittime dell’aggressione non sono extracomunitari né gay. Anzi, sono di destra. Di quella destra che non rinnega le sue radici e i suoi caduti. Quindi razzisti nazisti e cattivi. “Colpiscine uno per educarne 100”... ricordate? E ricordate a cosa portò quella stagione funesta? Chi sfruttò il sangue versato da troppi giovani in un’ordalia dissennata? A chi giovò fomentare odio al tempo degli “opposti estremismi”?
Non è difficile individuare a chi gioverebbe ora, né quali polemiche abbiano innescato questo esecrabile episodio che speriamo rimanga isolato. Quindi prudenza, ragazzi... ci teniamo molto alle vostre zuccacce vuote, più che alle nostre.


Giovanni Bacci di Capaci

Fallimento ALITALIA