mercoledì 15 ottobre 2008

La Compagnia chiama a raccolta


Cari Gilberto, Dino, Alberto, Filippo, Enrico, Federico, Alessandro, Fabio, Mario, Carlo, Umberto, Andrea, Beppe, Ugo, Vincenzo, Marcello, Fabrizio, Giancarlo.... e altri amici, fratelli e camerati...
Vi scrivo perché quando ci riuniamo non ci siete. E mi dispiace. Perché il vostro posto è con noi, ad affrontare l’ennesima battaglia. Perdente? Forse. Inutile no.
Voi lo sapete che mi ero ripromesso di non cascarci mai più... che mai più e mai poi avrei dato ascolto agli squilli che – periodicamente – chiamano la “Compagnia” a raccolta e ai tamburi il cui rullare fa intendere che c’è ancora bisogno di noi in prima linea. E però....
Se ci guardiamo intorno come possiamo non vedere che l’Italia, e anche l’Europa, è incalzata da continue emergenze e che nessuno ancora s’impegna ad affrontarle?
Emergenza immigrazione: siamo sotto invasione. Inutile stare a cincischiare con le parole. Che d’invasione si tratti è evidente. Si innalzano minareti, si discute il Corano nelle Scuole, se camminiamo per il centro di una qualsiasi delle nostre splendide Città dobbiamo far attenzione a non calpestare inavvertitamente le mercanzie dell’abusivo di turno. Poi, sì, gl’industrialotti del nordest vengono a dirci che è manodopera indispensabile. A loro, per pagare di meno e non prendersi il disturbo di trasferire le loro attività produttive nei paesi “in via di sviluppo”. Ma a noi? Ai nostri figli?
Emergenza finanziaria: il sistema reggerà... certo. Mica conviene a nessuno che crolli: finché s’intascano i profitti e si lascia che a saldare le perdite provvedano i contribuenti, non conviene di certo. In ogni caso i passeggeri di prima classe di questo Titanic hanno diritto alle scialuppe. Gli altri hanno diritto a corsi di nuoto. A pagamento.
Emergenza scuola, Emergenza sanità, Emergenza casa, Emergenza rifiuti, Emergenza fonti di energia, Emergenza ordine pubblico, Emergenza giustizia, Emergenza funzione pubblica.... dimentico qualcosa? Emergenza STATO. Dopo la Patria sta morendo (è morto?) lo Stato. Non sono un fanatico “contrattualista”, ma se prendiamo per buona la tesi filosofica del cosiddetto “contratto sociale” e ci accorgiamo che uno dei contraenti (il cittadino) non è più tutelato dall’altro contraente (lo Stato) nella sua sicurezza, nella sua possibilità di procurare a se’ e alla sua famiglia mezzi di sostentamento dignitosi, nella sua aspirazione ad un minimo di prosperità, serenità, di garanzie per la propria vecchiaia, non ha più diritto ad un ambiente gradevole, salubre e tale da favorire la piena espansione della sua personalità... beh, il contratto non è più valido. Nullo. Per inadempienza dello Stato.
Mi dicono che c’è un governo che a ciò provvederà. Un governo di “centro-destra”... Mah. Sarà. A me non pare... ci voleva un governo di centro-destra per pagare a Muammar El Gheddafi il “pizzo” affinché NON la smetta di spedirci altri invasori? Ci voleva un governo di centro-destra per candidare alla Corte costituzionale Gaetano Pecorella (ex Potere Operaio, ex Soccorso Rosso Militante, ex difensore degli assassini di Carlo Favella come di quelli di Sergio Ramelli)? Ci voleva un governo di centro-destra per censurare dei tifosi di calcio Italiani rei non di aver spaccato vetrine, incendiato macchine o cassonetti, ma di aver cantato “Faccetta nera”? Ci voleva un governo di centro-destra per ringraziare – finalmente – gli Americani per aver posto fine al bieco Ventennio? Ci voleva un governo di centro-destra per definire “guerra civile” un’offensiva malavitosa (vabbè... però “ I sùn terùn...”)?
Possiamo permetterci di farci accomunare a costoro? Di continuare a scambiare la tessera 1816 della P2 per la reincarnazione dell’alluce (sinistro) della Buonanima? Di dar retta a chi mostra il dito medio mentre suona l’inno nazionale (si, lo so... è provvisorio, un bel po’ massonico, retorico e bruttino... ma è l’inno nazionale) e afferma che della bandiera farebbe un uso a dir poco discutibile? Possiamo restarcene alla finestra e continuare a dire “poteva andarci peggio”? Ma davvero poteva andarci peggio che vedere le nostre idee infangate, deformate fino alla caricatura di da chi non le ha mai avute? E rimanercene zitti e buoni?
Ecco perché all’ennesima chiamata dell’adunata, ho faticosamente mosso le stanche membra per raggiungere La Destra. Ma... La Destra? Con Storace? Buontempo? La Santanché... (no lei non più)? E cos’avranno mai da offrire di meglio degli altri? Un nuovo partito... una nuova piccola formazione litigiosa e nostalgica? Forse un partito nuovo... da costruire insieme agli altri... una “Destra” che raccolga insieme tutte le destre, che si spogli – fino all’osso... altro che il vergognoso striptease di Aenne – di tutto ciò che non è irrinunciabile. La Patria, lo Stato, la dignità del Cittadino, la Libertà quella vera... anche dal bisogno, la Giustizia quella per tutti uguale, l’amore per la Terra, per la Cultura e la Tradizione. Una Destra ancora con molte anime, ma sincere. Una Bandiera da tenere alta. Aiutateci a farlo.

Giovanni Bacci di Capaci

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