giovedì 29 gennaio 2009

Non puoi fermarci, né con lo sbarramento, né con la disinformazione.



E così ora c’è lo sbarramento anche per l’ingresso al Parlamento Europeo... con buona pace del diritto di tutti i cittadini di vedersi rappresentati. Nossignori... se qualcuno deve essere rappresentato da qualcuno quel qualcuno è sempre e comunque Silvio Berlusconi. Siccome è il più ganzo, il più ricco e il meglio pagato, siccome sforna battute esilaranti e barzellette da scompisciarsi (e come le racconta! Uno sballo), siccome crede nella privatizzazione (e difatti ha privatizzato l’informazione, i partiti, il Parlamento e ora si sta mettendo di buzzo buono a privatizzare una magistratura che un po’ comunque era già venduta) sta privatizzando lo Stato. Come fa? È semplice... si fa come nell’impresa. Si comprano le partecipazioni e si “scala” dall’interno... si scambiano pacchetti azionari di maggioranza e di controllo. E i suoi presunti avversari, a forza di invidiare queste sue capacità ciurmatorie lo imitano spudoratamente, senza però raccogliere lo stesso successo. Silvio è inimitabile, se non dai caricaturisti.

Adesso, con lo sbarramento alle Europee non ci sarà più nessunissimo problema... i partitini che, sciocchi loro a non accodarsi al processo, continuano a sventolare bandiere ideologiche ormai lacere e consunte saranno tagliati fuori definitivamente. Niente soldi, niente partito. Le bandiere ideologiche stioccàtevele. Sarà facile, facilissimo. Basterà spiegare agli Italiani, gonzi come sempre, che per la governabilità dell’Europa l’unico voto utile è per il PDL o per il suo gemellino siamese un po’ smorto, il PD. E’ vero che in Europa in pratica il bipolarismo già c’è visto che Partito Popolare (più Democratici) e Partito Socialista fanno la parte del leone (ci sono invero anche i Liberali che tuttavia si distinguono relativamente poco dai popolari se non per essere più laici)... ma che vuoi che ne sappiano gli Italiani.... cosa gliene fregherà poi?

Lo sbarramento... una cosa seria: mica si tratta di sbarrare una volta per tutte le porte della vecchia Europa (e dell’Italia in particolare) alle orde di migranti che vengono a reclamare il loro diritto di partecipare alla greppia. Mica di sbarrare la via ad un Islam livoroso, dimentico delle antiche tradizioni di tolleranza e molto vicino ai vizir turchi che davano alle fiamme la biblioteca di Alessandria, che sguazzavano nel sangue degli ultimi difensori di Bisanzio, che impalavano i ribelli balcanici e razziavano le coste italiane. Già i Turchi... amiconi anche loro, per lo meno quelli che frequenta Silvio. Cosa importa a Lui se i loro piccoli “problemi interni” tipo Kurdistan e simili diventeranno, d’emblée, anche problemi nostri? Cosa gliene frega al Cavaliere se l’Europa diventerà un po’ meno cristiana e contemporaneamente anche un po’ meno laica? Tanto lui non è né l’uno né l’altro... è Santo. Santo subito!. Per fortuna che Silvio c’è...

E voi, signori del Governo, Ministri e Sottosegretari, e voi signori Deputati e signori Senatori della Repubblica... E lei, Signor Presidente... cos’è, tutto regolare, tutto "ooookkei", tutto “nell’ambito del processo irreversibile in atto”?

Irreversibile come la globalizzazione? Come la crisi economica?

Come i nostri pensionati che cominciano, loro per primi, a venir a patti con la loro dignità e con quella rettitudine che loro stessi ci hanno insegnato e si sorprendono (e talvolta PURTROPPO vengono sorpresi) a taccheggiare nei supermercati? Come i nostri ragazzi, sempre più bisognosi di soldi e di abitini firmati che non siamo più in grado di comperargli, e sempre meno propensi ad ascoltare quei sermoni capodanneschi a base di principi ferrei regolarmente smentiti da una realtà che distribuisce migliaia di euro al giorno a capi di gabinetto (ma vadano a cagare!) e curatori fallimentari?

A voi va bene così? Andate al diavolo. Ci andremo anche noi , ma non senza prima averci mandato molti di voi. Che lo sappiano gli Italiani. Noi non si molla. Saremo uno, due ogni cento? Pazienza: ci siamo lo stesso e non molleremo. Non lasceremo che questa nostra bella Patria vada in disfacimento per far piacere a Silvio e ai suoi amici. Finché vivremo, no.


Giovanni Bacci di Capaci

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