lunedì 2 febbraio 2009

Che il destino ci trovi sempre forti e degni (Léon Degrelle)

Stamani mi son svegliato, sono sceso dal letto ponendo i piedi per terra in maniera perfetta, lavato, vestito e, quindi, uscito da casa mi son recato al lavoro. Mentre guidavo ho veduto immondizia gettata ai lati della strada, automobilisti che, noncuranti di segnali stradali e auto in sosta, sorpassavano sbattendosene dei possibili pericoli creati agli altri. Arrivato nelle vicinanze del Tribunale, ho notato due vigili urbani (uomo e donna) che scherzosamente intrattenevano amichevole conversazione mentre un'auto passava loro vicino su un marciapiede, quasi investendo un'anziana signora. Arrivato e parcheggiata l'auto, mentre camminavo, mi son venute in mente alcune parole di Leon Degrelle e, arrivato in ufficio, nella mia libreria ho cercato il libro che le contiene e sono parole e pensieri tanto belli quanto attuali, oggi più che mai.
Te le propongo, invitandoti a pubblicarLe sul nostro BLOG, sperando che qualche utente le legga e......MEDITI.

"....../ma se dubito della mia carne, delle mie ossa, di quel che ha formato un tempo il mio agire politico, se io dubito della realtà del mio passato e della parte che ho potuto avere in alcuni anni di edificazione della storia degli uomini, che cosa posso ancora credere riguardo agli ideali che nascevano in me, che io progettavo, riguardo al valore delle mie convinzioni di allora, dei sentimenti, di quel che io pensavo dell'umanità, di quel che io sognavo di fare per essa? .....noi siamo il bene e siamo il male, siamo l'abiezione ed il sogno : siamo le due cose insieme, avviluppate in reti inestricabili. Ma il fatto atroce del destino non risiede in questo. Il fatto atroce consiste nel rompere quelle stesse reti per gettare a mare la propria anima; l'atroce risulta dal doversi dire che l'essenziale della nostra vita fu oggetto di caricatura, venne alterato da mille impurità e da mille rinnegamenti..........Il mondo in cui viviamo è diventato, veramente, per larga parte, un mondo di amorali.....Coloro che si ostinano ancora ad immaginare ancora una umanità che elevate virtù potrebbero abbellire, sono veramente esseri anacronistici, non evoluti, attaccati a vecchie fissazioni, che vivono fuori degli uomini, fuori dal loro tempo, fuori dalla moda, fuori dal reale??... Avevo sognato un secolo di cavalieri, forti e nobili, dominatori di sè prima che dominatori degli altri. DURO E PURO dicevano le mie insegne. Mi ritrovo stordito col mio carico di sogni tramontati. Ma in e con orgoglio, dico, tanto peggio!!! Questi sogni io li ho avuti veramente. Questi slanci io sì, li ho provati...... Mi ricordo tre parole che un giorno avevo decifrato su una tomba di marmo nero a Damme, in Fiandra, dentro una chiesa della mia patria perduta : " ETSI MORTUUS URIT " " Seppur morto Egli arde...."..... ardere ancora un momento, riscaldfare ancora un istante le anime possedute dalla passione di donarsi e credere.....ma oggi da mille fessure disseccate le fonti spirituali hanno cessato di sgorgare. La terra non riversa più questo dono che la rigonfiava. Essa trattiene la propria felicità. La soffoca...........la civiltà non sprofonda per mancanza di supporto materiale. L'universo non è mai stato così ricco, colmo di tanto benessere, grazie a una industrializzazione di tale efficacia produttiva. E' il cuore dell'uomo, solo quello, a versare in stato fallimentare. La civiltà ha voluto essere soltanto quella degli appetiti, Il suo orgoglio l'ha perduta. Ha creduto alla vittoria della materia finalmente affrancata dal proprio spirito......per quest' oro falso, questo fango, questo veleno, l'uomo e la donna hanno abbandonato e profanato, con le loro ambizioni ed i loro corpi devastati, la gioia interiore, la gioia autentica, il grande sole della gioia autentica nello Spirito. Il Mondo sprofonderà, perchè sta andando contro le leggi del cuore e, diciamola questa parola così grande, contro le leggi di Dio. Il male del secolo non risiede nel corpo. Il corpo è malato perchè è malata l'anima. E' questa che occorrerà guarire e nuovamente vivificare. In ciò consiste la vera, grande rivoluzione da fare. Rivoluzione di coscienze e spirito....".

Non si tratta delle Profezie di Celestino, ma di " Militia" di Leon Degrelle, nato nel 1906 nelle Ardenne Belghe, nel 1935 divenuto capo del movimento nazional-popolare " REX". Partito volontario nel 1941 per il Fronte Orientale, nel 1945 diviene comandante della 28^ Freiwillige Panzergrenadier Division " Wallonie". Muore nel 1994 esule in Spagna.
Parlandogli Adolf Hitler, prima di decorarlo con la Croce di Ferro con Foglie di Quercia, disse : "Se avessi un figlio, vorrei fosse come Voi!".
Ottenebrati dal fiume fango in cui continuamente nuotiamo, sovente perdiamo la via. Ma essa esiste, dobbiamo avere la forza per pulirci gli occhi e seguire le luci lasciate accese dai cavalieri " duri e puri" che ci hanno preceduto, perchè " ETSI MORTUUS URIT".

Massimo Batini

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